Da lineare a circolare, presupposti per salvare il pianeta

L’economia circolare

Per spiegare l’economia circolare potremmo prendere a prestito una raccomandazione di uno dei tanti organismi di controllo dell’economia internazionale che evidenzia come per produrre il cibo, costruire le case e le infrastrutture, fabbricare beni di consumo o fornire l’energia, si usino materiali pregiati che, quando sono stati sfruttati del tutto o non sono più necessari, sono smaltiti come rifiuti.

D’altro canto sembra che l’aumento della popolazione, la crescente ricchezza e il presunto benessere che si manifesta, spingano più che mai verso l’alto la domanda di risorse, che si ammette limitate, scatenando il degrado ambientale.

Si evidenzia che sono saliti i prezzi dei metalli e dei minerali, dei combustibili fossili, degli alimenti per uomo e animali, così come dell’acqua pulita e dei terreni fertili.

E quindi?
Un po’ di storia!!

L’Idea di economia circolare trova radici negli anni 70 del secolo scorso, difficile affidare una paternità, alcuni fanno riferimento al biologo americano Barry Commoner con il suo libro “Il cerchio da chiudere” (The Closing Circle), pubblicato negli Stati Uniti nel 1971. Già nel 1976 Walter Stahel e Genevieve Reday , presentarono alla Commissione Europea un rapporto dal titolo “ The Potential for Substituting Manpower for Energy”, in cui introducevano tutti gli elementi di quello scenario, che stiamo conoscendo in questo ultimi anni, in cui l’economia circolare è divenuto un concetto di uso comune.
Scenario che vedeva in questa forma di gestione, economia circolare appunto, un potenziale impatto sulla creazione di posti di lavoro, risparmio di risorse e riduzione dei rifiuti.
Nel 1966 Kenneth E. Boulding, nel suo articolo “The Economics of the Coming Spaceship Earth”, propone l’idea di un circuito circolare dei materiali. La Cina nel 2006, nel promulgare l’11º piano quinquennale, fa dell’economia circolare la politica nazionale. Il World Economic Forum di Davos nel 2014 ha ufficialmente sdoganato e ufficializzato il concetto di economia circolare e nel 2015 è diventata la chiave scelta dalla Commissione Europea. La Ellen MacArthur Foundation, un ente indipendente nato nel 2010, ha recentemente delineato l’opportunità economica di questo modello e proprio da lei partiamo per determinare un significato di economia circolare.
Il significato di economia circolare
Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation economia circolare «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera». L’economia circolare è dunque un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.
Oppure come dice la Commissione Europea: “Non possiamo costruire il nostro futuro su un modello usa-e-getta”. Il modello lineare di crescita economica si è rivelato insostenibile in un mondo globalizzato. Ecco perché si parla di economia circolare, un sistema in cui “il valore dei prodotti e dei materiali si mantiene il più a lungo possibile; i rifiuti e l’uso delle risorse sono minimizzati e le risorse mantenute nell’economia quando un prodotto ha raggiunto la fine del suo ciclo vitale, al fine di riutilizzarlo più volte e creare ulteriore valore”. Si tratta quindi di un’economia nella quale la crescita è dissociata dall’impiego di risorse esauribili. È un sistema progettato per autorigenerarsi: i materiali di origine biologica devono rientrare nella biosfera, mentre i materiali di origine tecnica sono pensati per circolare all’interno del flusso, senza perdere qualità.
In sintesi si afferma che il benessere delle persone e l’ambiente che le ospita, sono il risultato di una economia circolare dove il principio innovativo è la negazione dello spreco, le risorse naturali sono gestite in modo sostenibile nel rispetto della biodiversità e questo processo potrà solo migliorare la tenuta e il sentimento di giustizia nella nostra società. Sono principi a noi cari; come G.A.S. Caneva siamo sempre attenti al benessere del territorio e delle presone attraverso la diffusione di idee e strumenti per uno sviluppo sostenibile economico, ambientale e sociale.
Torniamo all’economia Circolare, il tema è molto complesso e sicuramente non sarà questo contributo a permettere una conoscenza esaustiva del tema, infatti vi proporremo al termine una serie di riferimenti di approfondimento.
Le tre erre
Proviamo ora a proporvi i punti cardine del concetto di economia circolare praticata, che ruota intorno alle 3 erre: Riduzione, Riuso,Riciclo.
Ridurre, il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto!
La riduzione dei rifiuti è l’insieme delle azioni e comportamenti messi in essere prima che un materiale, una sostanza o un prodotto divengano rifiuto. La riduzione dei rifiuti è un’emergenza per l’Unione europea. I rifiuti domestici sono raddoppiati dal 1970 e sono rimasti ad un livello elevato da 15 anni e sono il risultato di modi di produzione e consumo non sostenibili. Il consumo dei prodotti dalla produzione all’utilizzo, attraverso trasporto e distribuzione contribuiscono non poco alle emissioni che incidono sul cambiamento climatico. La gestione di questa mole di rifiuti rappresenta un costo elevato per la collettività che si potrà contenere solo attraverso la riduzione dei rifiuti stessi sia a livello locale ma pensando all’impatto su scala globale.
Riuso, recupero e riutilizzo dei prodotti e dei loro componenti.
E’ una condizione che prevede la preparazione al riutilizzo e il riutilizzo stesso. La preparazione contempla il controllo,pulizia,riparazione e recupero del prodotto mentre il riutilizzo è il rimettere in circolo il prodotto per lo stesso fine per cui era stato realizzato. Riutilizzo è una interpretazione più ampia del principio del riciclaggio perché diminuisce l’uso di risorse naturali, rallenta il consumo di beni materiali e di risorse energetiche riducendo l’inquinamento. Il riutilizzo diminuisce quindi la quantità dei rifiuti ha un grande significato di sviluppo sostenibile oltre a favorire la protezione ambientale, in questo segmento sono evidenti i benefici economici e il positivo impatto sociale.
Riciclo, rimettere i materiali nel ciclo del prodotto…e risparmiare risorse
E’ la pratica che “forse” conosciamo maggiormente, sono tutte le operazioni di recupero di un prodotto di scarto in modo che possano essere reimmessi nel ciclo produttivo e trasformarsi in altri beni. Si basa sul ciclo della raccolta differenziata, riduce la quantità di rifiuti conferiti in discarica o all’inceneritore e li riemette nel ciclo produttivo come materia prima secondaria. Sono conosciute da tempo le ricadute economiche e ambientali di questa pratica.
Concludendo
Queste indicazioni sono estremamente importanti e denotano un cambiamento culturale nel rapporto con il prodotto rifiuto.
E’ una condizione in divenire, anche se gli obiettivi dell’Unione Europea ad esempio sono molto vicini: per il 2030 infatti si prevede di riciclare il 65% dei rifiuti urbani, di riciclare il 75% dei rifiuti di imballaggio e ridurre la pratica del conferimento in discarica al massimo al 10% di tutti i rifiuti .
E’ una strategia che può dare un grande contributo all’esigenza globale di riduzione dell’impatto energetico, in tutti i settori: da quello finanziario allo specifico della rigenerazione dei prodotti, dalle produzioni industriali ai servizi alla produzione di materiali, all’abbigliamento, all’agricoltura , all’industria alimentare.
Ricordiamo che ogni anno l’Overshoot day, la giornata in cui finiscono le risorse che il pianeta è in grado di rigenerare nel corso di un anno, arriva un po’ prima. Nel 2017 è stato il 2 agosto, nel 2018 l’1 agosto, nel 2019 il 29 luglio. Solo nel 2020, per effetto del lockdown dovuto all’epidemia di covid-19, è caduto dopo rispetto all’anno precedente, il 22 agosto.
Una ultima riflessione riguarda gli scenari applicativi in tempo reale dei modelli di economia circolare; da uno degli studi più dettagliati, che troverete come approfondimento alla fine, emerge una costante: i contesti dove l’economia circolare si realizza in tutta la sua potenzialità sono i grandi centri urbani.
Consideriamo la sempre maggiore rilevanza dei centri urbani all’interno del sistema economico, parlavamo all’inizio di aumento di popolazione a cui si affiancano politiche di migrazioni verso le grandi città viste come luoghi dove sia più facile trovare lavoro, servizi ed uscire da fasce di diverse povertà.
Le città costituiscono un punto di ricaduta strategico delle politiche per la sostenibilità e la qualità della vita della popolazione. Sono cinque i cluster di questo studio: il riutilizzo delle risorse, la condivisione sociale, la sostenibilità ambientale, la condivisione dei beni e l’uso efficiente di beni e risorse. La classifica che emerge da questo studio vede, a livello nazionale, Milano essere la città più circolare d’Italia e, comunque, nei primi posti troviamo le città del nord. Se l’intento della classifica è proporre l’indice di circolarità urbana come utile strumento di valutazione per le politiche ambientali dei centri urbani e per l’impatto di nuove normative e regolamenti, molto ancora c’è da fare per giungere ad un quadro positivo e omogeneo a livello nazionale.
Per finire è evidente quanto sia importante sostenere un percorso di progettazione, produzione, consumo e smaltimento di beni e servizi dove l’uso efficiente delle risorse sia il motore dello sviluppo sostenibile, parallelamente a fronte di un ruolo forte delle istituzioni politiche, a definire i migliori strumenti legislativi, c’è bisogno di una assunzione di responsabilità di tutte le persone a partire dalla loro dimensione di cittadinanza universale perché si sentano coinvolti nel processo dell’economia circolare, attraverso il cambiamento di stili di vita più virtuosi e sostenibili.

Sacile 30 novembre 2020
Vincenzo Bottecchia
Riferimenti
Siti
https://economiacircolare.com/atlante/
https://cesisp.unimib.it/wp-content/uploads/sites/42/2020/09/2020_cesisp_economia-circolare_urbana.pdf
https://www.rinnovabili.it/economia-circolare/riciclo/le-tre-r-della-circular-economy-eta-beta/
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/MEMO_15_6204
https://www.camera.it/application/xmanager/projects/leg18/attachments/upload_file_doc_acquisiti/pdfs/000/003/574/Memoria_Confindustria.pdf
https://www.fondazionesvilupposostenibile.org/wp-content/uploads/dlm_uploads/Rapporto-sulleconomia-circolare-in-Italia-2020.pdf
Testi
https://www.sfridoo.com/2019/05/31/economia-circolare/10-libri-economia-circolare/